Da dove cominciare a parlare di un romanzo tanto atteso quanto poco convincente?
After Dark di Haruki Murakami è tutto questo ed è difficile raccontare il perché mi abbia poco convinto senza svelare alcuni particolari della storia. Proverò a non farlo.
Che sia farina del sacco di questo bravissimo autore giapponese, non ci sono dubbi.
Lo stile è il suo ed è riconoscibile immediatamente. Il modo di raccontare (nonostante abbia trovato fastidioso “il punto di osservazione”), i giovani protagonisti, i gatti e la musica jazz, tant’è che il titolo prende spunto da una famosa canzone Five Spots After Dark.
La storia è semplice. Tutto in una notte, tra la mezzanotte e l’alba, in una Tokyo piuttosto deserta, in un caffè, Mari, studentessa di cinese, incontra Takahashi, jazzista ed ex compagno di liceo di sua sorella Eri, aspirante modella.
Quest’ultima da circa due mesi si è calata in un profondo letargo volontario di cui non si capisce né la natura né la fine. Intorno a loro si muovono, Kaoru, Komugi e Korogi, gestora e impiegate in un Love Hotel, dove viene aggredita una ragazza cinese e Shiragawa, esperto informatico che lavora di notte.
Come in tutti i romanzi di Murakami la realta’ si fonde con la fantasia, i sogni con la realtà, dove i protagonisti hanno difficoltà ad esprimere la propria affettività, dove notte e giorno si alternano senza fondersi come due mondi paralleli. Dove tra il male e il bene non c’è un confine definito bensì “che una persona, qualunque persona, può venire cattuta da un polipo gigantesco e risucchiata nelle tenebre”. Dunque è questo che attende Eri? E’ questo che ognuno di noi rischia in ogni momento?
Il libro è breve, 178 pagine (e il costo è eccessivo!) da leggere in una notte. Alcune parti, soprattutto quella centrale, creano parecchie aspettative ma così non è: rimane incompiuto.
A salvarsi è soltanto Mari, che proprio confrontandosi con quel ragazzo sconosciuto, dai modi gentili e dai ragionamenti imprevedibili, troverà proprio nel buio della notte e dell’anima, la forza e la spinta per la salvezza, i ritrovati affetti, e la maturazione. Il tutto magari sarà voluto, non saprei, ma da Murakami, sempre così attento nella costruzione dei suoi personaggi, il mancato sviluppo di quasi tutti i protagonisti e delle storie che attraversano mi lasciano perplesso. Improvvisamente tutto finisce lasciando, almeno a me, irrisolte diverse sensazioni, deludendomi parecchio. Peccato.
NB Recensione di Kafka sulla Spiaggia dello stesso autore.
Assolutamente da evitare. Deludente e troppo costoso.