Perché ho aspettato tutto questo tempo per leggere questo libro di Genna?
Questa è la domanda che mi sono fatto dopo aver divorato le oltre 500 pagine de Nel Nome di Ishmael.
Un noir storico, avvincente, crudo, cupo, ambientato su due linee temporali differenti, il 1962 e il 2001, che ruota anche attraverso due figure storiche e politiche piuttosto differenti (Enrico Mattei ed Henry Kissinger), tra servizi segreti italiani e americani, gli adepti di Ishmael, e due ispettori di polizia che indagheranno in questi due periodi proprio su chi o cosa è realmente Ishmael. Due protagonisti piuttosto differenti, che non interpretano i “Buoni di turno che salveranno il mondo” ma che anzi si ritroveranno ad affrontare una storia decisamente più grande della loro.
Un romanzo che è tutto frutto della fantasia di Genna ma che però rimane più che verosimile soprattutto nella parte legata all’Italia dei primi anni 60, punto nevralgico nella Guerra Fredda tra Usa e Urss, quando era la linea di confine tra i due blocchi e la porta sul mediterraneo.
Letto immediatamente dopo 54 di Wu Ming, questo romanzo è tutto ciò che il quintetto non è riuscito a fare, sia per lo spessore della storia sia per lo stile narrativo. Eppure almeno in Italia non ha goduto dello stesso successo dei WM e chissà per quale motivo. Il problema di parlare e raccontare di questo libro che è impossibile farlo senza poter descrivere alcuni passaggi, il che sarebbe assai sciocco visto che invito caldamente alla lettura.
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