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I Quattro Fiumi

Sono un amante della Vargas e dei fumetti, dunque quando è uscito I Quattro Fiumi, scritto da Fred Vargas e disegnato dal buon Baudoin sarei dovuto correre in libreria per comparlo e leggermi la nuova “avventura” del Commissario Adamsberg. Invece no. Se non me lo avessero regalato probabilmente non l’avrei comprato e la ragione è piuttosto semplice: perché dare una fisionomia al protagonista della maggior parte dei romanzi della nostra giallista preferita?! E se mi avesse deluso?!

Dopo che l’ho avuto in mano ho addirittura avuto paura a sfogliarlo e ho atteso un mese abbondante prima di leggerlo. Ma partiamo dall’inizio: nonostante una trama un po’ debole e sbrigativa, il libro regge e alla fine ho dovuto ammettere a me stesso (erano le 3 di notte e non c’era nessuno in casa con cui fare outing) che mi era piaciuto. Sorridendo l’ho chiuso e mi sono dato dello scemo per tutte le assurdità e le pippe mentali che mi ero creato. La Vargas nonostante non possa dare sfogo a tutta la sua prosa ci regala un fumetto molto nel suo stile. Il solito Adamsberg alle prese con un assassino seriale, il quale è in cerca di due ragazzi che gli hanno scippato la borsa con dentro “gli strumenti del mestiere”. Uno dei due, Grégoire, rollerblaid ai piedi, 3 fratelli e un padre con cui convivere, famiglia lumpen “che fa blocco” e vive tutta assieme nella periferia parigina. Classici personaggi Vargassiani (si segnateve sto neologismo) un padre che ricostruisce la fontana dei quattro fiumi del Bernini con tappi e lattine della birra, un fratello che coltiva il campo pieno di detriti accanto alla casa, un tetrante senza lavoro e uno “perbene” che lavora in banca.

Si puo’ vederla così. Oppure come una famiglia raggomitolata infondo ai bruni sfusi.

Ovviamente a risolvere tutto ci pensa il personaggio feticcio dei romanzi di Fred, Jean Baptiste Adamsberg, lo spalatore di nuvole, famoso per le sue intuizioni e la sua distrazione.

E’ uno sbirro, povero scemo, e anche in gamba. Il classico tipo che non sembra un granchè e poi, sempre con la testa fra le nuvole, ti agguanta che neanche te ne accorgi. Confusionario, indolente e pericoloso.

Dialoghi sempre sopra le righe, citazioni di Rimbaud e del Bernini, uno stile asciutto e divertente accompagnato da un disegno sporco e minimalista, quello di Baudoin, forse non troppo stiloso o piacente, ma che dal mio punto di vista ha il merito di non caratterizzare troppo i volti dei personaggi, soprattutto Adamsberg e il suo prode Danglard, che poi era la mia preoccupazione maggiore. Forse la trama non regge fino in fondo, un po’ troppo sbrigativa e probabile che derivi dal fatto che la Vargas scriva romanzi ma non fumetti. Il fumetto è sì un mezzo ma bisogna pur sempre avere i tempi giusti per sceneggiarlo bene nonostante si abbia sintonia con il disegnatore. I colpi di scena finali regalano un po’ di senso al thriller e sono sicuramente il timbro dell’autrice tanto da rendere I Quattro Fiumi alla fine una piacevole e veloce lettura.

La tirata d’orecchie finale va alla Einaudi, che da buoni squali dell’editoria, presentano un fumetto in formato tascabile ma dal costo oggettivamente troppo esoso: diciassetteuri! Questo è un ladrocinio in cui, ovviamente, sfruttano il nome della nostra autrice di successo ma sinceramente il prezzo non vale il libro ed è un peccato.

Stà attento. Corri, vai, vola, scendi lungo fiumi impassibili, ma non fare cazzate.

Posted in fumetti, noir - gialli.

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