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Patience

 Questa non è la recensione dell’ultimo fumetto di Daniel Clowes, questa è una lettera d’amore per un autore che da 30 anni non sbaglia un colpo. Niente.

Era tanta l’attesa. Talmente tanta che un giorno prima della data d’uscita ufficiale ho chiamato la mia fumetteria per sapere se fosse arrivato e al loro sì la risposta è stata “arrivo!”. Era tanta l’attesa tanto quanto erano alte le aspettative perché io amo Daniel Clowes, sì lo so l’ho già detto e lo ridirò ancora. Erano alte perché uno dei primi fumetti complessi che lessi fu quel David Boring che uscì anni e anni fa in quella bella collana sfornata da Repubblica, talmente bella e convincente che ovviamente non l’hanno più riprodotta. Ma Clowes non poteva deludere. E infatti…

Patience è un fumetto bellissimo di cui però racconterò poco. Perché è giusto che ve lo godiate senza sapere niente della trama come è successo a me. Potervelo leggere tutto d’un fiato ed emozionarvi. Posso dirvi che è una storia d’amore e che il protagonista, Jack Barlow, è incazzato nero perché gli hanno tolto quell’amore. Ma come tutte le storie d’amore, di quello più profondo, il passaggio verso l’ossessione è breve. Ma Jack che di rancore e odio ne cova parecchio, le proverà tutte per riprendersi quell’amore.

C’è di tutto in Patience. Sembra un frullato di Ai confini della realtà, un b-movie di fantascienza, un noir, un fumetto uscito dalla psicadelia di fine anni 60. E’ lontano da Wilson o Ice Haven, più che altro si avvicina al Guanto di velluto forgiato dal ferro. Non si ride. Non ci sono situazioni comiche né grottesche. E’ tremendamente serio. Ma è forse il miglior lavoro di Clowes, l’opera che 30 anni dopo il suo esordio nel fumetto lo colloca finalmente tra i grandi. Passaggio che io ho fatto da subito ma anche perché non faccio l’esperto di fumetti, faccio solo quello che ama Daniel Clowes.

“Mi sentivo andare in pezzi e ogni frammento era vivo e consapevole…”

E quindi grazie Clowes. Grazie perché stasera torno a casa e ti rileggo. Grazie perché ci hai regalato un bellissimo fanta-romanzo a fumetti e probabilmente eri l’unico che poteva costruire una storia così. E anche l’edizione della Bao, con quel volume bello spesso e pesante, mi piace. Sì.

 

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